martedì 10 ottobre 2017

Edgar Allan Poe: la sua morte... nell'ombra

“Del pari non è riparato quando il vendicatore manca di manifestarsi come tale a colui che ha fatto il torto” 

Così scrive Edgar Allan Poe nel suo racconto il barile di Amontillado, appartenente all’ insieme dei racconti di vendetta e assassinio. Una domanda sorge spontanea … questa frase è una semplice parte dell’ introduzione di un racconto dettato dalla grande immaginazione dell’artista oppure, se ben compresa, testimonia una verità? E’ vero … questo autore aveva una vita molto scapestrata, quasi senza regole.

Lo si poteva definire come un “genio della perversione” ma pur sempre un genio. Se si analizzano la maggior parte dei suoi racconti, possiamo notare molti messaggi e consigli che fluiscono dal testo come informazioni dapprima impercettibili. Nel racconto del barile di Amontillado nominato prima, Edgar Allan Poe scrive, come in molti altri racconti, in prima persona. Si può capire la finzione che è alla base di questo fatto, ma durante la finzione afferma di essere parte di una confraternita: la massoneria. Ecco il motivo della domanda sopra riportata …. E se attraverso i suoi racconti avesse detto troppo? Se avesse avuto intenzione di rilevare qualcosa di più di quello di cui lui era a conoscenza? Lascio a voi la risposta a questi interrogativi … ma Il 7 Ottobre del 1849 venne trovato,secondo la storia ufficiale, in stato di delirium tremens sulla banchina del porto di Baltimora. Ricoverato in ospedale, muore dopo qualche giorno probabilmente di emorragia cerebrale. Le circostanze esatte della sua morte non furono,però, mai state chiarite: nessuno infatti ha mai scoperto perché lo scrittore si trovasse a Baltimora. L’ipotesi più comune dice fosse alla ricerca disperata della poetessa Shelton, che non riuscì a trovare finendo invece nelle mani di alcuni sostenitori del partito Whig. Questi, dopo averlo sequestrato, picchiato e fatto ubriacare, lo avrebbero costretto a girare tutti i seggi elettorali della città per farlo ripetutamente votare a sostegno del partito (ogni volta con documenti falsi diversi) per poi lasciarlo dove venne ritrovato in stato deplorevole. Alcuni sostengono invece che Poe si trovasse a Baltimora per partecipare alle sedute di una setta esoterica di cui faceva parte, finendo poi vittima dei suoi stessi eccessi. La cronaca racconta,anche, che il celebre scrittore sparì durante un viaggio da Richmond verso New York e una settimana dopo fu ritrovato in preda al delirium tremens nei pressi di Baltimora. La verità non la sapremo mai. “ Aveva 40 anni e nella corsia dell'ospedale nessuno sapeva che quel povero corpo apparteneva ad uno dei maggiori scrittori di tutti i tempi. Alcuni suoi "colleghi", approfittando del suo decesso, si lasciarono andare a triviali e puerili considerazioni moralistiche [….]. Va detto, però, che il genio di Poe non ebbe nel mondo anglosassone a lui contemporaneo quei riconoscimenti che gli vennero soprattutto dalla Francia; da lui, dalla sua concezione della poesia come attimo lirico, derivò, attraverso Baudelaire (suo entusiastico estimatore e traduttore), Mallarmé e Rimbaud, il concetto di poesia pura, mentre nella prosa fu un indiscusso e ineguagliato maestro. E' il destino di sempre cui deve sottostare chi è troppo grande per la propria epoca […]. “Prefazione di Gabriele La Porta, Tutti i racconti del mistero, dell’incubo e del terrore E.A. Poe".
Ancora oggi si cerca di scoprire la verità sulla sua morte e questo interrogativo a suscitato la curiosità di molti scrittori e registi, i quali hanno dedicato libri e pellicole sul giallo che sembra circondare la morte di uno dei più gradi artisti americani( un esempio è il libro di Matthew Pearl “L’ombra di Edgar” e il film “The death of Poe di Mark Redfield).

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