venerdì 3 novembre 2017

Storia della musica

La musica Egizia
Per gli egizi la musica aveva origine divina e custode di essa era la casta sacerdotale, che si tramandava musiche sacre per accompagnare riti magici o propiziatori. Agli uffici sacri partecipavano uomini e donne, che accompagnavano il canto spesso con la danza e con il sistro. Gli egizi mettevano in relazione la teoria musicale con l'osservazione astrologica e le dottrine cosmologiche, associando le sette note con i giorni della settimana e con i sette pianeti allora conosciuti. La musica era considerata un dono prezioso degli dei, fonte magica di letizia e di serenità.

La musica della Mesopotomia
In Mesopotamia, la musica era relazionata alla divinità. Il genere maggiormente sviluppato era la kalutu, ossia la cantilena, che veniva integrata alle varie liturgie.














La musica Ebraica
Fonte principale delle notizie sulla musica ebraica è la Bibbia. Nel 1000 a. C., la musica ricevette un grande impulso ad opera di Davide e di Salomone, che organizzarono cori di numerosissimi cantori per le cerimonie celebrate nel Tempio di Gerusalemme, accompagnati da orchestre di dodici strumenti. In seguito, con il progressivo decadere del Tempio e il crescente affermarsi delle sinagoghe, si determinarono mutamenti nella liturgia. Il canto della sinagoga si articolò in due tipi fondamentali: la salmodia (intonazione dei salmi) e la cantillazione (un particolare modo di lettura della prosa biblica, intermedio fra la declamazione e il canto vero e proprio). L'esperienza musicale ebraica, attraverso la produzione dei salmi, crea di fatti le basi di quello che diventerà il canto gregoriano.

                                                                                                   La musica Greca
La viva genialità del popolo greco seppe creare le basi teoriche e pratiche da cui si sviluppò in seguito tutta la musica dei paesi occidentali. Con il termine mousiké gli antichi greci designarono non solo l'arte dei suoni, ma anche la poesia e la danza, i mezzi di trasmissione di una cultura che fino al IV secolo a. C. fu prevalentemente orale. Alla musica fu riconosciuto un ruolo di primo piano nell'educazione della gioventù. Platone giunse ad affermare che i diversi tipi di musica possono modificare in senso positivo o negativo il carattere dei giovani. Venivano considerati, infatti, gli effetti della musica sull'animo degli ascoltatori e le loro reazioni di fronte l'esecuzione dei diversi tipi di melodia. Aristotele ammetteva l'utilità di tutti i tipi di musica, anche di quella che non rasserenava ma perturbava gli animi, poiché le reazioni violente che essa determinava avevano un effetto catartico, di purificazione delle passioni. La musica fu presente in quasi tutte le cerimonie pubbliche e private, civili e religiose delle genti greche. Da un punto di vista della teoria musicale, va rilevato che i greci ignorarono del tutto l'armonia e la polifonia, poiché la musica veniva espressa attraverso la pura melodia. L'accompagnamento seguiva la linea del canto all'unisono o a intervallo di ottava. Per la teoria musicale greca, sistema base dei suoni non è l'ottava ma il tetracordo, formato dalla successione di quattro suoni congiunti, le cui note fisse sono a intervallo di quarta (2 toni più 1 semitono). In Grecia, le più antiche forme di esecuzione musicale di cui è stata tramandata la memoria erano la citarodìa, il canto accompagnato dallo strumento a corda, l'aulodìa, il canto accompagnato dallo strumento a fiato.

La musica Romana
Nell'antica Roma la musica ebbe un'importante funzione, soprattutto quale accompagnamento delle feste religiose. Seppero adattare, fondere e sviluppare gli stili delle diverse civiltà con le quali vennero a contatto. La musica fu però utilizzata principalmente per rallegrare riunioni e intrattenimenti familiari oppure per accompagnare le evoluzioni dei commedianti o per allietare i sontuosi festini dei patrizi.

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